“Restiamo Insieme”

La verità non è mai dei singoli, per questo coloro che hanno patito delle ingiustizie, delle sofferenze per le quali la verità sembra essere occultata, hanno bisogno del significato del “giusto” rispetto alla sola ricerca di una Giustizia che, nel nostro strano Paese, è ancora imprigionata in quel sottosistema integrato allo Stato che occulta, depista, camuffa.

La nostra lotta, quella di una umile e vulnerabile Famiglia Piselli, non mira solo alla ricerca del nostro bisogno di giusto ma, soprattutto, a promuovere e sensibilizzare la lotta contro il marcio che inquina il nostro Stato, rappresentato da fin troppi esempi di interessi diversi da quelli della collettività e della cittadinanza.

La politica è la più importante risorsa per riformare un sistema inquinato ma, laddove la politica stessa alibizza o tollera quel sottosistema che inquina, significa che è giunto il tempo per i cittadini di porre in discussione il proprio ruolo di comunità e non solo di bacino di consenso e di voto.

Non è una questione di lateralizzazione partitica o di ideologie bensì ci riferiamo a quel “giusto” di cui tutti noi necessitiamo per rinascere dal fango nel quale lo stesso Paese è stato gettato sin dalla metà degli anni ottanta e, dopo le stragi del ’92 e del ’93, quel fango si è progressivamente trasformato in cemento.

Questo non significa che non sia più possibile cambiare ma occorre iniziare da noi stessi senza attendere il rivoluzionario di turno o il nuovo leader guida di qualche innovazione politica.

Noi, Famiglia Piselli, ci ribelliamo agli abusi che patiamo dopo aver denunciato e testimoniato, dopo aver subito gli attacchi personali, la delegittimazione, la denigrazione e l’isolamento sociale.

Da soli non facciamo altro che resistere e sopravvivere ma è importante comprendere che solo un insieme, non la massa, potrà costruire un esempio di civile protesta contro coloro che “nello” Stato abusano del proprio ruolo e della propria funzione per coltivare e proteggere degli interessi diversi da quelli istituzionali o di quelli in favore della collettività.

Il giusto proviene dal pensiero di lealtà verso sè stessi e verso gli altri da noi, non dall’adesione verso una apparente verità contro una opposta, altrimenti ci trasformano solo in delle tifoserie, dividendoci comunque.

La verità e la giustizia la si raggiunge partendo da una politica sana, non inquinata, conflittuale, divisa su tutto o alleata per opportunismo di consenso.

Noi, Famiglia Piselli, persistiamo nella nostra lotta civile e democratica ma non possiamo più sostenere il peso dell’isolamento, perchè viviamo in mezzo a voi, ma come dei fantasmi sociali, quasi un disturbo laddove il fango deturpa la verità e la verità disturba le coscienze degli ignavi.

Siamo gente semplice con una vita resa complicata proprio dagli abusi di coloro che a suo tempo furono indicati e denunciati come soggetti marci nello Stato, i quali si rinforzano con l’omertà sociale, con il pregiudizio, con la paura dei più e su tutto questo investono.

Possiamo solo offrire il nostro esempio di lotta, la nostra vita di Famiglia nella quale le emozioni e l’amore sono la bandiera principale ivi compresi i momenti di crisi e di conflitto come accade in ogni altra famiglia, perchè siamo come voi e lottiamo anche perchè voi non facciate “la nostra fine”.

I nostri cinque figli meritano la serenità che gli doniamo come genitori ma anche la possibilità di crescere ed evolversi senza la paura di essere inseguiti in sirena da più auto della polizia o essere perquisiti di fronte agli occhi di tutti per nessun motivo valido oltre l’abuso di chi, forte del proprio ruolo, manipola il lavoro dei bravi operatori che eseguono solo quanto ordinato sulla base di una “segnalazione” che, al pari di altre, si sono dimostrate ambigue ove non strumentalmente false ma che hanno creato seri danni.

Tutto questo ci spaventa ma non cediamo alla paura, come ci spaventa il vuoto intorno e la terra bruciata che avvertiamo da tempo ma, non per questo, rincorriamo un qualche consenso oltre il confronto con i fatti per chi ha desiderio di capire.

Continuiamo a lottare, nella speranza di trovare una sintesi tale da consentirci di tornare a vivere una esistenza serena, in un Paese in cui chi denuncia o testimonia contro dei “fatti di Stato” si assume le sue responsabilità nel farlo, senza il timore di essere vessato, denigrato, rincorso da un sistema marcio come invece accade.

Fabio Piselli, mio marito, ha testimoniato, non ha mai subito alcuna conseguenza in quasi quaranta anni sotto il profilo del mendacio testimoniale ma, al contrario, tanto e troppo fango personalizzando fatti ed eventi della sua vita in modo strumentale e induttivo.

Questo non significa che mio marito abbia la verità su fatti nei quali è stato coinvolto sin dagli anni ottanta, egli ha solo offerto quanto ha percepito e creduto di aver compreso, trovando un muro di fango enorme che ancora ci ostacola.

Io ed i nostri cinque figli siamo gente normale, non militari addestrati o “spioni” in grado di gestire lo stress e le tacite guerriglie, per questo non ho vergogna nel dire che non ce la facciamo più.

Mio marito è solo, noi con lui, ma non lo molliamo solo perchè tutto è molto difficile e, questa, è la nostra vera rivoluzione.

Questo è il nostro esempio di lotta che continueremo nei modi democratici affinchè sia fatta chiarezza sui fatti accaduti tra il 1985 ed il 1995, quelli che hanno cambiato sostanzialmente il sistema politico e, non solo, sui singoli eventi giuridici che chiedono ancora verità compreso quelli che ci riguardano direttamente.

L’insieme della collettività arricchisce le singole intelligenze, la massa invece rinforza solo chi offre le ossa espiatorie da mordere per sfogare la rabbia e la frustrazione.

Noi restiamo Insieme, senza cercare colpe, ma soluzioni, dando vita ad un movimento spontaneo che chiamiamo proprio Restiamo Insieme per consentire a tutti coloro vessati da un sistema marcio, desiderosi di Giustizia e di Verità, di trovare una unione e, non solo, una tifoseria.


Il nostro è uno spontaneo movimento capace di sostenere il confronto con le élites, politicamente trasversale e a-religioso, aperto alla collettività tutta senza bandiere o ideologie di riferimento se, non, quella della consapevolezza dell’importanza di essere un Insieme rispetto alla sola massa, laddove l’Insieme delle singole intelligenze rinforza la comunità al contrario del mero ammassamento di persone, utili solo al consenso di voto ricercato dal leader politico di turno.

Lo scopo principale è quello di approcciarci alla soluzione dei problemi legati alla Giustizia nelle mancate verità sulle stragi e sui singoli eventi accaduti in particolare tra il periodo compreso fra il 1985 ed il 1995, nei quali dei cittadini e dei membri delle istituzioni hanno perduto la vita o hanno visto la propria vita ancora oggi distrutta dall’abuso di un potere di Stato posto in essere da chi, “nello Stato”, persegue degli interessi diversi da quelli in favore della collettività e delle istituzioni all’interno di un sottosistema integrato allo Stato stesso che riteniamo essere la primaria fonte di inquinamento della politica e delle amministrazioni della Giustizia, della Polizia e della Sicurezza di questo Paese.

Il fine del movimento Restiamo Insieme è perciò quello di sensibilizzare la collettività verso una ampia e seria riforma del sistema Giustizia e della gestione delle indagini di polizia giudiziaria per permettere a tutti i bravi operatori, di ogni ordine e grado, di poter svolgere il proprio lavoro ed il proprio dovere come una funzione “dello Stato” e non per il solo essere “nello Stato” grazie alla vincita di un concorso, perdendo di vista il dovere di lealtà verso la cittadinanza e le stesse istituzioni democratiche, oppure trovandosi in conflitto tra la tutela dei propri interessi e dei vantaggi acquisiti con il ruolo assunto laddove sono costretti a scegliere se porli a rischio, restando onesti, o adeguarsi “facendosi gli affari propri” ad un sistema inquinato che condiziona, depista e camuffa le indagini, specialmente quando queste mirano proprio contro quel sottosistema integrato allo Stato pregno di una cultura massomafiosa che si rinforza con l’omertà e con la corruzione dei vantaggi.

Per farlo occorre superare la concezione sociopsicologica della politica come schieramento di bandiera e delle ideologie individuali, bensì iniziare a comprendere che la politica è una opportunità sociale per la collettività tutta, al cui interno porre a confronto le diverse idee senza costruire nemici o stimolare quelle forme di avversione che, generalmente, creano gli schieramenti ed i conflitti con il risultato che, alla fine, sono i poveri che combattono le guerre delle élites.

In sintesi cerchiamo delle soluzioni e non dei colpevoli da elevare a capro espiatorio di un sistema marcio, lasciando proprio alla Giustizia il percorso di attribuzione delle responsabilità ma, affinchè questo avvenga, occorre bonificare il sistema da una psicologia che ormai ha assunto il concetto di mediazione con l’ingiustizia pari alle esigenze della tutela dei vantaggi acquisiti, o raggiungibili proprio grazie alla mediazione delle coscienze.

Restare Insieme aspira a rappresentare il desiderio della collettività di trovare voce nella volontà di coloro che hanno patito e subiscono il risultato delle mancate verità e delle condotte di abuso da parte di chi sfrutta le risorse della propria funzione nelle amministrazioni dello Stato per tutelare quel sistema ormai definito massomafioso.

Restare Insieme avversa le fratellanze riservate interne allo Stato, i segreti come fucina dei ricatti, l’uso ambiguo del segreto di Stato come scudo di quelle verità indicibili che hanno caratterizzato i mutamenti della storia politica tramite l’occultamento delle verità sulle stragi e sui fatti ad esse collegati.

Desideriamo fare pedagogia per un rapporto diverso tra le autorità e la cittadinanza, riducendo quella ridondante richiesta di sudditanza da parte di ha assunto una funzione pubblica per assumere un più equilibrato pensiero del ruolo di chi serve la collettività, non il proprio ufficio, non il solo reparto o si radica identificamente al valore ideologico di riferimento, spesso confondendosi tra il concetto di “Patria” e quello di “Stato”.

Desideriamo annullare la questuante ricerca della raccomandazione per superare gli ostacoli imposti da una élite che avvantaggia i propri adpeti-sudditi rispetto al resto della cittadinanza. Convinti che il vincolo di sudditanza inizi proprio dalla accettazione dei favori e consapevoli che il sottosistema marcio integrato allo Stato abbia almeno dal 1994 coltivato un proprio vivaio di raccomandati, ormai posti nei ruoli di rilievo delle amministrazioni, ivi comprese quelle della Giustizia, delle polizie e della sicurezza.

Restare Insieme manifesta un movimento di pensiero e di azione civile e democratica protesa a rinforzare le coscienze e costruire gli insiemi formati dalle singole intelligenze, annullando così il concetto di massa utile al consenso.

Non è un movimento utopico ma pratico, tale da stimolare l’identificazione obbligatoria di coloro che pur svolgendo una funzione nello Stato appartengono a delle organizzazioni massoniche al fine di ottenere quella trasparenza nel rapporto con la cittadinanza.

Tale da organizzare le varie polizie giudiziarie in modo che il risultato del loro lavoro sia scevro dalle ingerenze di un livello superiore o di un interesse politico, evitando per esempio che chi dalla Polizia Giudiziaria sia transitato ai Servizi Segreti possa, poi, tornare nelle aliquote di PG magari con una delega per indagare l’ufficio d’intelligence nel quale aveva lavorato.

Tale da organizzare un sistema di polizie giudiziarie in cui vige un livello di controllo sul loro operato indipendente ed autonomo dalla colleganza e dalla interazione tra gli uffici ed il personale operante, ovvero formato da soggetti che sono esclusivamente preposti alla prevenzione degli abusi investigativi ed al monitoraggio di ogni eventualmente inquinamento nella bontà delle indagini condotte.

Tale da offrire alla collettività tutta le stesse opportunità di difesa pari allo spessore della controparte, soprattutto laddove questa si identifica in una autorità elitaria e con un potere di influenza importante.

Tale da consentire la elaborazione delle ingiustizie patite a causa delle mancate verità, stimolando la rimozione dei segreti fino ad oggi utilizzati come scudo delle responsabilità politiche e, non, come protezione degli interessi dello Stato e delle alleanze internazionali.

Occorre progressivamente formare il personale che assume un funzione nelle amministrazioni di polizia e dei corpi armati dello Stato in un modo meno “uniformante” e funzionale alle esigenze della politica ma specificatamente proteso a identificarsi negli interessi della cittadinanza, riducendo quella induzione psicologica verso l’identificazione nei soli fregi tramite un addestramento esclusivo ma educando gli operatori di ogni ordine e grado a riconoscersi nella collettività che forma lo Stato.

Restare Insieme desidera infine tutelare coloro che ancora patiscono il marcio nello Stato, anche tramite la buona fede dei tanti operatori che per mera sudditanza gerarchica eseguono delle azioni che credono essere corrette ma che, in realtà, rappresentano un uso abusante delle risorse di un potere che offre gli strumenti per interdire, delegittimare, denigrare, vessare coloro che possono con le loro testimonianze o per desiderio di verità, porre in discussione quel sottosistema integrato allo Stato che deve essere compreso per poi eliminarne gli agiti.

Restare Insieme non ha colori identificativi, non ha simboli o fregi di facciata, non ha altro che il proprio nome ed i propri scopi, tali da consentire agli interessati di trovare un luogo di incontro e di confronto senza ideologie o schieramenti se, non, le singole intelligenze protese a lottare civilmente per cambiare questo sistema, anche rappresentato dalle élites che gestiscono il potere amministrativo e politico della vita pubblica.

Restare Insieme e non massa, per capire conoscere e riconoscere senza accodarci ad un presunto stimolo di cambiamento per, poi, ritrovare sempre le stesse dinamiche che impediscono di scoprire quelle verità ancora oggi oggetto di ricatti politici e di potere.

Sara Moi Piselli