
La sicurezza dei propri figli e dei minori in generale è un dovere di tutti i genitori, soprattutto per coloro che come me pubblicano le immagini della Famiglia nel sito professionale relativo alla pedagogia, motivo per cui è importante conoscere i rischi di un eventuale uso illecito delle stesse immagini da parte di terzi.
La criminalità on line si concentra principalmente sulla truffa patrimoniale e sul furto di identità, utilizzando ogni informazione ed immagine possibile per sostituire un sito o un account social sfruttando le notizie tratte dai contenuti di un blog o di un articolo di stampa e cose del genere, fino ai più pericolosi predatori e pedofili che “si innamorano” dei minori le cui foto sono pubblicate in rete considerandoli le prossime loro vittime e, ipotizzando tutto questo, certamente la paura aumenta fino a diventare ansia.
Personalmente investo molto in termini di sicurezza on line su questo sito e nei social in cui sono presente con il progetto per la pedagogia solidale, il quale si basa principalmente su quel che sono sia inteso come pedagogista che come madre di cinque bambini, ovvero la Famiglia Piselli nella espressione della genitorialità, delle competenze, della qualità delle relazioni tra genitori e figli e come tale un chiaro esempio manifestato nel nostro essere, semplicemente, una (fisica e virtuale) Famiglia numerosa.
Non è esclusivamente un mero progetto professionale gestito in tailleur dietro una scrivania di uno studio pedagogico, bensì rappresenta uno stile di vita perchè parla di noi, viaggia con noi, e, di noi, offre l’esempio di quel che di buono possiamo ispirare in favore degli altri genitori che vivono delle difficoltà; perchè sono profondamente convinta che la pedagogia è una opportunità di gestione e di soluzione dei problemi, tanto da sentirmi felice di “aver reso migliore il mondo” anche solo facendo tornare il sorriso e l’armonia in qualche altra famiglia.
Non siamo un modello di famiglia, perchè non abbiamo la presunzione di ereggerci in tal senso, solo un esempio reale e pratico, fisico e visivo dell’investimento nella espressione delle emozioni dei bambini, i quali si confrontano nel corso della loro crescita con la capacità di ascolto da parte dei genitori, esempio e guida di una sana struttura relazionale sia tra i componenti della Famiglia che con il mondo intero, da cui seminare pace, armonia, desiderio di felicità ed evadere così dalle ragioni del malessere identificativo saldato dalla vittimizzazione, dall’odio proiettato nel nemico utile, dal noto vicino di casa allo straniero sconosciuto.
La pedagogia è uno strumento formativo di pace e, con il nostro esempio, cerchiamo di coltivare la forza esistente nella capacità di mediazione rispetto alla potenza della violenza dell’ignoranza individuale e dell’arroganza genitoriale, con il rischio di crescere solo dei futuri adolescenti ed adulti altrettanto violenti.
Pubblicare le immagini di chi siamo rende vulnerabili i nostri cinque figli? Mi chiedo e domando a mio marito Fabio, la cui esperienza in materia di sicurezza parte da lontano, soprattutto come consulente in materia di tutela dei minori.
Certamente elevo l’indice di rischio ma sempre nella misura gestibile dai dispositivi attivati di protezione sia on line che fisici, il resto appartiene agli individui malvagi che possiamo incontrare ovunque, in rete o sul territorio e proprio la capacità di protezione genitoriale, l’educazione alla sicurezza in favore dei figli e l’esperienza individuale rinforza la cosiddetta bolla di sicurezza della Famiglia.
Oggi siamo tutti globalmente connessi, “schedati” non appena mettiamo il dito sul telefonino le cui applicazioni ingeriscono nella nostra vita in ogni momento, basta dire “cioccolata” per vedere apparire decine di annunci di bontà al latte o fondenti, oppure sapere che ad ogni cella agganciata siamo sostanzialmente tracciati nei nostri movimenti. Per questo tanto vale saper gestire i rischi e non essere gestiti dalla paura, educandoci alla sicurezza on line e formando i nostri figli a saper navigare conoscendone i pericoli, al pari della vita fisica sul territorio.
Per fare un esempio pratico sono io che gestisco le immagini dei miei figli sul sito, non sono i bambini a navigare liberamente e non lo fanno nemmeno sui social, le chat o nelle applicazioni della messaggistica, cosa che probabilmente accadrà tra non molto per i due più grandi ma, al netto di quanto impone la scuola con le applicazioni usate dagli istituti per le pratiche amministrative e per le lezioni dei professori, siamo noi genitori a gestire e monitorare i dispositivi.
Scriverò un futuro articolo sui rischi della gestione autonoma da parte dei bambini e dei ragazzini dello strumento di navigazione, concentrandomi sulla loro formazione per prevenire realmente l’adescamento e la predazione da parte di quegli adulti che non troviamo più fuori dalle scuole con l’impermeabile aperto, ma in rete, sotto coperture identificative mendaci ed appetibili per i minori stessi immersi nelle chat e nei vari social.
La navigazione necessita della conoscenza dell’orientamento per non naufragare in cattive acque, anche on line.
Sara