DOTTORESSA MI AIUTI, MIO MARITO BEVE MOLTO E TEMO CHE POSSA DIVENTARE UN ALCOLIZZATO

Quando si perde la capacità di bere in modo moderato e compatibile con la normale tradizione italiana del buon bicchiere di vino, di grappa e dell’ottimo liquore in generale il rischio è quello dell’alcolismo, una malattia cronica a tutti gli effetti vincolante e recidivante e, non, un brutto vizio o una cattiva abitudine.
Un alcolista, da noi più semplicemente definito un ubriacone, una volta incapace di comprendere che tracanna molto vino, molta birra, molta grappa anche se macchiata al caffè non è più in grado di riuscire ad ascoltare la moglie con tutto l’amore con cui cerca di consigliarlo a ridurre “il vizio”.
Una malattia che ha molte ricadute sia sotto il profilo delle relazioni personali, perchè l’alcolista diventa aggressivo contro la moglie ed i figli, ma anche nella sfera sociale e professionale perchè da un lato “la cattiva abitudine” si trasforma in un marchio sociale e dall’altro le complicanze dell’abuso di alcol riducono le capacità cognitive e lavorative.
Un alcolista nel nostro Paese trova accoglienza nei centri che trattano le dipendenze ma raramente ci arriva, perchè si perde per i bar lungo la strada e, questa, non è una battuta ma dimostra le difficoltà per una persona di prendere coscienza della sua malattia, da questa considerata solo un vizio a cui poter rinunciare quando vuole oppure una cattiva abitudine che deciderà di perdere prima o poi.
Questo si racconta l’alcolista, sempre e fino a quando qualcuno non lo accompagnerà a quel centro per le dipendenze ma, prima, occorre che altri siano capaci di porlo davanti alla realtà e generalmente avviene tramite i carabinieri o la polizia nel momento in cui ne chiedono la sospensione delle patente di guida, oppure lo ammanettano per violenze e maltrattamenti in famiglia.
Un marito che manifesta tutti i segnali verso la dipendenza da alcol molto probabilmente ha già picchiato la moglie, ha già maltrattato i figli, ha già spaccato qualcosa in casa. Ecco perchè è una malattia relazionale e sociale e non solo di esclusiva pertinenza di chi ne è preda.
E’ importante intervenire in tempo e con chi ha competenze specifiche nella materia, al quale affidarsi.
Il sostegno alla moglie è certamente donato, sia esso pedagogico o più semplicemente della persona umana, perchè lei è il primo bersaglio degli schiaffi che volano e la prima spalla sulla quale il marito alcolista piange dopo averla colpita, senza mai sapere bene cosa fare tra l’istinto di cacciarlo via e l’amore per salvarlo, anche con il rischio di ritrovarsi a bere insieme purtroppo.
Il tempo è essenziale nella prevenzione dell’alcolismo, anche se chi beve è abituato a reggere delle quantità importanti ma, già le quantità importanti vanno oltre la tradizione e per alcuni non occorre avere il naso rosso per scoprire di essere alcolizzati.
Sara