Non vi è scoperta “peggiore” che la scoperta delle fantasie erotiche della propria moglie dopo una trentina di anni di matrimonio sostanzialmente apatico e, solo una volta che i figli sono andati via da casa, vi è stata l’opportunità di guardarsi in faccia senza più la paura della “condanna morale”.

Peggiore nel senso che, ad aver avuto il coraggio di parlarne prima, forse, il confronto avrebbe potuto cambiare la qualità della relazione di coppia donando molta più serenità che il segreto curiosare di nascosto dal marito.

E’ capitato ad un uomo verso i suoi 65 anni, sereno ed equilibrato nella vita e nel lavoro il quale ha avuto modo durante un fine settimana nel sud della Francia, organizzato dalla moglie, di confrontarsi “per caso” con una realtà libertina e, da quel momento, la loro relazione sessuale ha ripreso vigore condita di fantasie erotiche che la donna ha poi proposto di concretizzare coinvolgendo altre persone.

Iniziamo con il dire che nei due chilometri di spiaggia libertina a Cap d’Adge non ci finisci per caso, perchè è una località arcinota per essere un polo internazionale del libertinismo nei suoi vari aspetti oltre al fatto che, Cap d’Adge stessa, offre altre attrazioni ordinarie per limitare gli errori di navigazione per le mogli curiose.

Questo per invitare le persone ad affrontare le pedagogia della sessualità e degli indirizzi di genere con serenità, senza timori di un giudizio che la pedagogia e la pedagogista non esprime mai, soprattutto quando si parla di temi così complicati come quello della sessualità delle donne in particolare.

Dopo qualche timido approccio al libertinismo italiano delle piazzole di sosta e delle località note in tal senso in cui cercare di capire l’ambiente, la coppia ritenendolo banale e di “bassa macelleria” ha ripreso la frequentazione del sud francese osservando ciò che la moglie desidera concretizzare realmente e, il marito, si trova ora di fronte al confine tra la fantasia, il guardicchiare curioso e stimolante ed il coinvolgimento vero e proprio della moglie nelle mani di altri uomini con lui “di guardia” a guardare e partecipare ai cosiddetti “giochi”.

Tutto questo può essere devastante per chi non ne è pienamente convinto e non ha un concreto e radicato rapporto di consapevolezza del proprio coniuge, anche se sposati da molti anni. Perchè è facile limitarsi al piacere ed alla stimolazione proveniente da qualche fantasia più o meno generalizzata in tutte le coppie, eventualmente praticata ma, ben diverso, è il coinvolgimento della donna nel proprio “egoistico” piacere rispetto a quello del marito, il quale è il suo sostanziale accompagnatore, reso di fatto spettatore del gioco della moglie.

Il sesso c’entra fino ad un certo punto in alcuni casi, vi è anche la rivalsa per una vita di coppia frustrata, per una femminilità castrata e mai appagata, per una rinascita della donna magari dopo aver perduto i chili di troppo ed aver trovato finalmente la sua sicurezza, anche dopo gli anta, ora gratificata dagli sguardi degli sconosciuti, quelli che suo marito non le aveva mai dato.

La curiosità uccise il gatto, ed oggi con internet anche la casalinga più “disperata” può girare il mondo con pochi clic, infatti questa donna si è imbattuta in una località a portata di poche ore di auto per vivere segretamente le sue segrete fantasie dalla stessa ritenute essere tali, senza chiedersi se questa spinta libertina non nasca in realtà da altre fonti di frustrazione con cui non ha il coraggio di confrontarsi.

E’ vero che ad una certa età tutto è possibile ma è altrettanto vero che la sessualità di una persona raramente colpisce a ciel sereno con un fulmine porcareccio che spinge a fare quelle cose viste solo in qualche film alla “Eyes Wide Shut”, ragione per cui il procrastinarsi del coraggio di vivere talune esperienze rappresenta solo il tempo durante il quale la propria sessualità e gli indirizzi di genere sono stati soffocati per i tanti timori e per le poche opportunità di parlarne apertamente con il proprio coniuge.

Il sesso può essere purtroppo una ottima fonte compensatoria che trasporta via tutto il peso del malessere di una persona, soprattutto nelle donne, fino a trasformarsi in una dipendenza vera e propria.

Il resto dipende solo dalla serenità con la quale si affrontano le proprie fantasie nella coppia, fino appunto a concretizzarle ma nei limiti del privato viverle, nonostante il libertinaggio che coinvolge più persone.

Il privato vivere la propria sessualità nella coppia e della coppia rappresenta l’equilibrio della scelta di andare oltre i confini del cosiddetto normale, non serve infatti identificarsi socialmente come una coppia libertina per dimostrare di andare oltre i limiti della moralità permessa, occorre invece vivere appieno le emozioni e le sensazioni della propria libertinaggine all’interno dei confini emotivi e relazionali della coppia, per avere un serio confronto di coppia dopo aver esteso la propria sessualità ad altre forme di rapporti.

Le donne hanno delle fantasie e delle curiosità al pari degli uomini, a volte molto più complesse rispetto alla “bassa macelleria” e come tali destabilizzano il marito in alcuni casi, mentre, altre volte ancora, sono capaci di accompagnare il marito verso il distacco dal senso del possesso della donna e della gelosia a tutela di un orgoglio sociale.

Le pedagogia della sessualità e degli indirizzi di genere aiuta le persone a meglio comprendere le emozioni vissute nel confronto con la propria realtà, sia essa fattuale che immaginata, a sensibilizzare le cosiddette diversità all’interno della famiglia ove per esempio “si scopre” l’omosessualità di un figlio per molti genitori ancora difficile da accettare, oppure a confrontarsi tra la coppia e nella coppia quando uno dei coniugi si “qualifica” come omosessuale, bisessuale o libertino nella sua espressione più ampia.

Oggi è fortunatamente più facile parlarne rispetto a non molti anni or sono, motivo per cui sono numerose le donne che non nascondono più le fantasie o le esperienze vissute da classificare come libertine per le loro caratteristiche, anche identificandosi in una bandiera di libertà che in alcuni casi nasconde in realtà una prigione emotiva e relazionale importante.

Parlarne in modo aperto e sereno aiuta a non restare vincolati ai segreti, ben diversi dal privato e dalla riservatezza della propria sessualità in ogni sua manifestazione. Perchè il segreto diventa estorsivo in danno delle emozioni e delle relazioni e, specialmente all’interno di una coppia, non serve ad altro che a spingere la verità lontano negli anni.

L’amore, i sentimenti, le emozioni, le sensazioni di una donna si miscelano nella trasgressività sessuale e gli equilibri si sbilanciano in molti casi, ecco perchè occorre confrontarsi prima di ritrovarsi sole, nonostante i tanti partners utili a compensare la solitudine ma non ad uscire da un isolamento relazionale causa del malessere, la cui origine merita un confronto maggiore dei due chilometri di spiaggia libertina.

Sara