Essere la madre di cinque figli, il sesto è mio marito, significa saper gestire i minuti ed i secondi nell’organizzazione delle giornate riuscendo allo stesso tempo ad avere il tempo per ritagliarmi del tempo tutto per me.
Quando qualcuno ci incontra, le domande che formulano sono sempre le stesse tra il televisore rotto a chissà quanti soldi abbiamo per mantenerli, fino al chiederci se sono tutti nostri con la grande sorpresa negli altri di prendere atto sia che siamo italiani e che i bambini sono nati dalla scelta di metterli al mondo di prima mano e non provenienti da altre precedenti relazioni. Scelta che io e Fabio abbiamo coscientemente compiuto con quel pizzico di sana pazzia che ci caratterizza, talvolta chiamato coraggio delle emozioni.
Il nostro Paese non è strutturato per le famiglie numerose, non c’è nulla che possa stimolare infatti le giovani coppie a seguire il nostro esempio o quello di chi ha ben più figli dei nostri cinque. Il recente assegno unico è un sostegno che in qualche misura aiuta ed ha portato l’Italia al pari di altri paesi più socialmente evoluti ma sono carenti tutti i servizi e le reti che consentono di ridurre ed ammortizzare i costi pubblici, come i trasporti per esempio o i servizi sanitari senza parlare del dentista oppure dei costi abitativi e delle relative utenze.
Noi, ogni volta che usciamo, sembriamo un trasloco a tutti gli effetti, per questo abbiamo imparato a ridurre gli spazi con zaini specifici, nessun carrozzino, poche e compatte cose e soprattutto l’organizzazione degli spostamenti quando, come in questo periodo, invece del nostro mezzo dobbiamo usare il bus o il treno, sapendo che probabilmente una crociera ci costa meno.
Essere una Famiglia numerosa è perciò un atto di coraggio in assenza dei supporti utili a consentire ad una madre di lavorare come dipendente, infatti sono autonoma, oppure di avvalersi delle risorse di supporto nel caso di un ricovero ospedaliero per esempio, specialmente per chi come noi ha le famiglie di origine molto lontane e, non nego, che quando vedo gli altri genitori con nonni e zii a portata di mano provo un pizzico di sana invidia, fosse solo per cinque minuti senza sentire quel “mammmaaaaa” ormai anche come eco notturna.
Ma oltre l’aspetto pratico e materiale vi è la ricchezza delle emozioni che viviamo tutti i giorni, felici di osservare i bambini nel corso della loro evoluzione, nel rapporto tra loro e con gli altri consapevoli di avere nel numero il reciproco sostegno, dal gioco ai momenti più difficili perchè se io e Fabio abbiamo un dovere è proprio quello di mantenere uniti i fratelli e dare il reale significato al concetto di Famiglia compatta e cosciente anche di essere un esempio per gli altri, proprio per il lavoro di educatori pedagogisti e per il progetto della pedagogia solidale che gestisco.
Essere una Famiglia numerosa nel nostro Paese rappresenta per noi una sorta di sfida al sistema ed alla cultura adultocentrica che condiziona molti italiani, per questo dico spesso che siamo dei rivoluzionari armati di cordone ombelicale, felici anche di combattere contro i mulini a vento.
La Famiglia è per me e per mio marito la concretizzazione di un percorso di vita, dalla gioventù durante la quale le esperienze belle e meno belle ci hanno consentito di crescere alla scelta di unirci e formare la numerosa Famiglia Piselli che oggi “offriamo” agli altri nelle competenze in materia di genitorialità e pedagogia in favore di chi vive delle difficoltà o, più semplicemente, chiede un consiglio o un confronto professionale ed anche personale.
Vivo le preoccupazioni di tutti gli altri genitori moltiplicate per cinque, ma lo faccio senza ansia e radicata alla realtà del qui ed ora.
La libertà che mi dona la mia numerosa Famiglia è molto più grande di quella che avevo da ragazza aperta ed emancipata, con tempi e modi differenti ma sempre con il desiderio di viverla questa vita, con tutto il coraggio delle emozioni che l’amore richiede.
Sara