
Il mondo dell’infanzia è assai vasto nelle sue dinamiche evolutive e nei meccanismi che i bambini attivano di fronte alle sofferenze che patiscono o percepiscono nell’interagire con il mondo esterno e nel gestire il proprio mondo interno, sottoposti ogni giorno a numerosi stimoli e fin troppi doveri nella nostra attuale struttura sociale, non solo globalizzata ma con il rischio di una dannosa omologazione delle emozioni le quali sono sempre più confuse con le sole sensazioni.
I bambini hanno le risorse della loro età cronologica, chi più concrete chi meno, ma fondamentalmente attivano sempre gli stessi meccanismi difensivi consci ed inconsci, gli stessi che rappresentano per noi professionisti quel libro aperto da leggere con cura e senza mai la presunzione di sapere già cosa vi sia scritto, perchè ogni bambino anche se manifesta agiti per noi noti è comunque una persona individuale che non deve essere globalizzato ne omologato in alcun modo.
Le bugie sono una importante risorsa per i bambini, specialmente tra i 7 e i 10 anni, sia per proiettare positivamente in modo immaginativo le loro “fantasie” raccondando di aver visto o fatto cose appunto fantastiche, ma anche per costruire delle mura difensive contro la sofferenza che avvertono di fronte alla mortificazione, alla trascuratezza delle loro emozioni e del loro bisogno di essere ascoltati, anche se sono ben vestiti e pieni di giocattoli ed i genitori ritengono che abbiano tutto, soprattutto in quelle famiglie ormai perse nella rincorsa all’avere, agli oggetti, alle icone, in cui la relazione tra i componenti è strumentale alla compensazione degli egoismi e non allo sviluppo della famiglia intesa come comunità.
La bugia di un bambino appare evidente come evidente è la difesa della stessa bugia che alcuni bambini attivano e persistono a dinfendere di fronte alla “verità” e, questo, è un segnale che i genitori debbono saper interpretare non come una mancanza di rispetto nei loro confronti e nemmeno considerando il figlio un bugiardo bensì un bambino che, difendendo quella bugia, protregge sè stesso e per questo motivo ripeto spesso che le bugie dei bambini dicono sempre la verità.
Un bambino mortificato per esempio, che vive e percepisce una qualche colpa, un distacco dai genitori ora severi ora confusi, che si sente ripetere i rimproveri da più parti a casa ed a scuola, finisce con “l’allearsi alla sofferenza per sconfiggere la sofferenza”, attivando le risorse che gli consentono di “mentire” inventando storie, fatti e fantasie nelle quali proiettare “un altro bambino” che soffre e non lui fino a trasformare tutto questo in un ordinario comportamento.
La bugia costante, ripetuta, difesa anche di fronte alla evidenza, ci indica la strada giusta verso la verità della sofferenza percepita dal bambino, la quale non deve a sua volta trasformarsi in una colpa da imputarsi tra i genitori o assumerla come un ulteriore problema ma restare nei confini della fantasiosa realtà che la bugia stessa rappresenta per osservarne i contenuti e, su questi, porsi in discussione senza la necessità delle colpe e delle punizioni.
I motivi della sofferenza di un bambino possono essere molti e complementari tra eventi diversi, non necessariamente tali da essere immediatamente interpretati dai genitori e nemmeno da noi professionisti, ragione per la quale occorre tempo e calma e soprattutto rinforzo in favore del “bugiardo”.
Non serve a nulla infatti dirgli che è un bugiardo, perchè lo sa già, come non serve a nulla dargli del bugiardo, perchè non vuole saperlo.
Occorre invece da parte dei genitori e degli educatori di prossimità la consapevolezza di accogliere le sofferenze percepite dal figlio e dal bambino per accompagnarlo verso il superamento del disagio oppure a riconoscere che non vi è un disagio e solo una normale fase di crescita, senza troppi romanzi psico e pedagogici sopra.
il rinforzo si esprime con la dolcezza, con i toni dolci quando vorremmo essere severi, con la gratificazione quando i rimproveri potrebbero essere la fonte della mortificazione patita, con il comprendere che i bambini hanno bisogno di sentire i propri genitori vicini anche quando i bambini stessi li cacciano via, li trattano male o gli rendono la vita difficile, imponendo così ai genitori di fare i conti la loro stessa tolleranza alla frustrazione che avvertono e non sempre ne sono capaci.
Un genitore intollerante sarà proteso a rimproverare il figlio bugiardo o indisponente, a colpevolizzarlo per questo, a punirlo in alcuni casi commettendo il classico errore di tutti i gneitori che non sanno tollerare questo tipo di frustrazione e ritengono di poter contenere il problema contenendo i comportamenti dei figli. con i rimproveri, i divieti e le mortificazioni educative che non sono mai tali.
Le bugie dei bambini meritano di essere ascoltate al pari della verità, perchè ci stanno comunicando cosa avviene nel mondo interno dei figli, un luogo in cui muoversi in punta di piedi e con le corrette competenze, altrimenti è una invasione che potrebbe spaccare qualche cosa di prezioso.
Sara