Mi permetto oggi di offrire un confronto come madre di cinque figli, come pedagogista e come donna ormai matura in favore di quelle mamme e di quei papà i quali sembrano non essere capaci di superare la propria immaturità relazionale ed emotiva nonostante l’età e, appunto, la scelta compiuta di avere dei figli.

Osservo delle dinamiche nel rapporto genitori-figli caratterizzate da dei meccanismi sostanzialmente adolescenziali attivati da uomini e donne di oltre 30 e 40 anni, mamme e papà che si trascinano dietro dei conflitti evolutivi mai risolti con i loro stessi genitori, oppure ancora in essere proprio perchè è forte il vincolo e la presenza dei nonni, tanto ingerenti quanto indispensabili.

Evidenzio inoltre nella relazione di coppia molti segnali di una immaturità emotiva tali da limitare la crescita della famiglia e di proiettare nel rapporto con i figli le esigenze prevalenti dei genitori, spesso in conflitto tra loro a causa dell’orgoglio e della incapacità di porsi in discussione vomitandosi addosso le colpe o rifugiandosi nelle bugie della rassegnazione e, quindi, nella falsità di un sentimento da simulare bello tramite una immagine sociale utile per la gente, in cui i figli sono il saldante di un nucleo solo apparente.

È tempo di crescere perciò, se si desidera vivere appieno il rapporto umano ed emotivo con i figli e, non, un mero banale rapporto strumentale da tenere insieme con i doveri, con le paure, con la falsità e con l’angoscia che ne consegue, la quale a sua volta scatena una serie di meccanismi difensivi altrettanto nocivi per i bambini.

L’amore merita il coraggio delle emozioni, non la paura di restare soli.

Sara