Abbiamo viaggiato molto nel corso degli ultimi dodici anni, anche a bordo del nostro pulmino camperizzato recentemente dismesso, vivendo dei lunghi periodi all’estero ed in più regioni italiane prima di stabilirci in questa piccola borgata del ponente ligure tra il mare e la montagna.

Periodo durante il quale scelsi anche di adottare l’istruzione parentale invece della scuola pubblica in favore dei miei figli, momento che vide Matilde vittima del danno assonale sul quale concentrammo tutte le nostre risorse ed attenzioni, senza però vittimizzarci ma continuando a viaggiare ed usufruendo di tutti i benefici “on the road”.

Viaggiare rappresenta per i bambini un importante strumento educativo, un confronto con genti lingue e culture diverse miscelate tra loro, specialmente nei paesi ex coloniali, grazie al quale trarre le risorse utili per comprendere di essere parte di un unico mondo formato da persone differenti, non diverse, se non rese tali dai pregiudizi e dalle discriminazioni.

Bambini che hanno imparato contestualmente a fare selezione non delle genti ma delle persone, tra chi meritava di essere accolto e chi invece aveva dei comportamenti non piacevoli con cui trascorrere dei momenti insieme, ma debbo dire che la comunità dei viaggiatori e degli amanti dello sport all’aria aperta come noi, ha sempre offerto delle situazioni di convivenza e di condivisione divertenti.

Viaggiare oltre le sole vacanze permette di organizzare la propria vita nei termini del necessario, riuscendo a svincolarsi dal materiale bisogno di avere e di accumulare oggetti rispetto che investire lo stesso denaro in un viaggio ed in ciò che da esso nasce di positivo sotto numerosi aspetti.

I miei cinque figli sono nati in località diverse, solo gli ultimi due nella stessa città, proprio nel corso del lungo viaggio che ci ha accompagnato nell’essere la numerosa Famiglia Piselli, ora più stanziale ma non necessariamente radicata ad un solo luogo.

Il viaggio apre la mente, stimola emozioni, sviluppa delle capacità nei bambini proprio grazie ai tanti e differenti impulsi creativi che i territori offrono nelle loro caratteristiche fisiche, culturali, climatiche e relazionali, tra luoghi chiusi e quelli invece aperti alle genti ed ai viaggiatori.

I bambini che viaggiano ed hanno viaggiato li riconosci nella loro serena capacità di socializzare con tutti, nella loro autonomia nel fare e nel saper fare, nella loro praticità di approccio alle difficolta protesi alla soluzione più semplice.

Certo, viaggiare in questo modo significa investirvi come una sorta di stile di vita, con voci di spesa pari o superiori a quelli di una vita stanziale, non è possibile farlo per lungo tempo se non, proprio, trasformandolo in uno stile di vita ma ho preferito insieme ai mio marito rallentare il viaggio e tornare a casa nostra, per riprendere la scuola pubblica ed offrire anche questo percorso ai figli.

Consiglio sempre di regalare un viaggio ai figli, anche per il solo fine settimana, ricco di esperienze e di opportunità che il nostro Paese offre grazie alla ricchezza storica e culturale, al clima ed alle bellezze uniche delle nostre regioni.

Il viaggio è pedagogico, educativo, formativo, sempre.

Sara