L’esperienza mi ha ormai insegnato a delegare a mio marito, collega educatore, le consulenze mirate al disagio degli uomini che vivono le complicanze di una separazione dei figli e del divorzio dalle moglie e dalle compagne perchè, come donna e madre, ho delle difficoltà nel riuscire a dare delle risposte professionalmente equilibrate oltre al rispetto delle esigenze dei figli minori e l’invito al buon senso.

Questo perchè gli uomini che affrontano una situazione simile vivono delle sofferenze importanti, delle quali non sono sempre consapevoli ed a cui rispondono con l’intolleranza a quella frustrazione loro imposta da una condizione difficile da sostenere, spesso senza grandi vie di fuga se non la rassegnazione nel poco spazio di manovra rimasto.

In Italia, in assenza di indicatori contrari, si tende ad assegnare l’affidamento congiuto ma con la residenza dei figli prevalentemente presso la madre e con la madre, lasciando ai termini della separazione raggiunti nelle carte del divorzio i momenti di relazione tra il padre ed i figli e, questo, in base agli indici di serenità presenti tra loro ed alle ingerenze esterne che si interpongono nei loro esclusivi momenti di relazione, anche a causa dei conflitti irrisolti tra gli ex coniugi.

Ho incontrato molti padri immaturi e privi di serie competenze genitoriali oppure dominate da una maggiore esigenza di “vincere” il conflitto con la ex moglie, anche strumentalizzando i figli stessi, ma ho altresì riconosciuto la disperazione di quegli uomini costretti a rinunciare alla propria casa, tornando a vivere dai genitori ormai anziani oppure ad affrontare le spese di un nuovo acquisto o affitto abitativo, ove non anche a trasferirsi direttamente in auto o in un camper nel migliore dei casi.

Uomini costretti anche ad assistere all’entrata nella loro casa, acquistata con sacrifici e mutuo, del nuovo compagno della ex moglie che, ora, ha assunto la funzione di padre supplente trascorrendo paradossalmente più tempo lui con i figli di quanto lo possa fare il vero padre.

Situazioni da un lato ordinarie e dall’altro paradossali e frustranti, non sempre giustificate da delle reali motivazioni fattuali oltre i cavilli legulei od in forza di un conflittualità mai elaborata tra gli ex che, alla fine, nuoce soprattutto all’ex marito, uomo, padre, nel momento in cui agisce dei comportamenti errati in danno della ex o verso i figli, spesso caratteriali o semplicemente dettati dalla frustrazione provata.

Questi uomini necessitano di un supporto orientativo serio, per non lasciarli appunto nelle mani della incapacità di tollerare una frustrazione, nelle mani del proprio orgoglio ferito, nelle mani del desiderio di rivalsa oltre al terribile senso del possesso che caratterizza una mentalità ancora attuale.

E’ necessario nel sostenerli in tal senso avere un carattere forte e per questo delego Fabio, mio marito, per contenere taluni metodi relazionali che alcuni di questi uomini hanno agito nei miei confronti, ipotizzando che come donna fossi prevenuta nei loro confronti o aprioristicamente alleata alle loro ex mogli.

Fabio, la cui esperienza in tal senso è pluridecennale, ha le competenze per mediare i messaggi utili a veicolare l’importanza della presa di coscienza di quel che è giusto rispetto a quanto invece di errato è stato da parte di questi padri e mariti a suo tempo posto in essere, o reiterato proprio perchè ciechi di fronte alla “nuova” realtà alla quale abituarsi più che confliggere nella speranza di abbatterla ove, nel migliore dei casi, si può al massimo rimodulare i termini ed i tempi di relazione con i figli e non certo riportare tutto allo stato originale.

Ma è la qualità di questa relazione, tra il padre separato ed i figli in evoluzione, che necessita di essere migliorata contro una conflittualità di ritorno che i figli stessi patiscono in molti casi.

Qualità che non dipende solo dalle teoriche intenzioni del padre ma dalle opportunità coltivabili per renderle concrete nel rispetto delle dinamiche dei figli in base alla loro età cronologica e, soprattutto, alla loro percezione emotiva e psicologica di quanto sono sostanzialmente costretti a vivere dopo la separazione, la quale (mai dimenticarlo) loro affrontano sulla propria psiche prima, durante e dopo le carte del divorzio.

Un uomo che vive la separazione dai propri figli per un bollo tondo giudiziario non si sente più libero di essere il padre che vorrebbe, specialmente se si trova addirittura a “chiedere il permesso” al nuovo compagno della ex moglie per entrare in casa sua nei casi paradossali ai quali ho accennato.

Nei casi più frequenti si giunge ad un equilibrio sotto forma di intelligente buon senso proprio in tutela della serenità dei figli e ci si abitua alla nuova realtà quasi passivamente, anche allargando le famiglie con i rispettivi nuovi partners ed i loro figli originali, all’aemricana per capirci, altre volte si riesce grazie alla professionalità dei pedagogisti e degli psicologi a raggiungere la soluzione di quei problemi a suo tempo causa della conflittualità e ritrovare una armonia protesa al futuro e non più vincolata ad un passato da mutare o accettare.

E’ importante per tutti comprendere il terreno psicologico ed emotivo in cui un padre separato ed un uomo divorziato si trova a percorrere, irto di difficoltà interne ed esterne, seminato di trappole comportamentali e caratteriali pronte ad esplodere e non sono rari i casi di efferata reattiva violenza auto ed etero diretta.

L’uomo che vive questa situazione merita il sostegno da parte dei professionisti, anche nella sua più antipatica manifestazione di intolleranza o arrogante presunta prevalenza in alcuni casi ma, chi, se non noi professionisti, sappiamo mediarne le escursioni più fastidiose e, per questo, ringrazio il mio buon marito e collega che mi solleva dal dover, qualche volta, sopportare la proiezione dell’aggressività di qualche marito che vede in me la propria ex moglie per il solo tentare di porli in discussione.

Sara