Scegliere di allacciare una relazione affettiva, emotiva e psicologica con uomo da parte delle donne rappresenta un momento in cui vivere ed esprimere il piacere dello scambio delle emozioni tramite gli sguardi, le piccole attenzioni, la vicinanza in ogni suo aspetto. Una scelta che nel lungo termine dovrebbe basarsi su quel sentimento di amore che salda la coppia in un rapporto il quale, quando poi si interrompe per ragioni diverse, rischia incontrare sia il sereno e reciproco momento del distacco ma, anche e fin troppo spesso, l’intolleranza da parte dell’uomo di fronte alla frustrazione che prova nel vivere la fine del rapporto.

Vi sono uomini che non hanno le risorse psicoemotive per gestire la frustrazione del rifiuto, per tollerare la riduzione del loro ruolo prevalente nella coppia, caratterizzata dall’autoreferenzialità dei presunti sentimenti da parte di quegli uomini che amano per essere amati e, non, per il sincero sentimento che provano verso una donna, ragione per la quale si indirizzano verso quelle donne più emotivamente fragili il cui amore alimenta lo specchio del maschio che si frantuma appena comprendono di non essere più amati.

Dinamiche a dire il vero presenti anche nei meccanismi relazionali delle donne che sanno come acquistare l’amore di cui necessitano, sulle quali scriverò in futuro.

In questo articolo mi concentro sugli uomini, gestori della coppia, controller, che interpretano il distacco come un abbandono e perciò intolleranti a questa dolorsa forma di frustrazione tanto da reagire con modi violenti, generalmente solo verbali e psicologici e contro gli oggetti ma anche con efferata violenza fisica, fino nei casi estremi ad uccidere la donna che dicono di amare.

La psicologia ci offre numerosi profili degli uomini deboli, anche se hanno un ottimo ruolo professionale ed una posizione sociale accattivante, spesso curati nel fisico e forti di una consistenza patrimoniale diretta o indiretta, i quali investono in tutti i requisiti possibili per essere soggetti di interesse verso le donne e, in particolare, nei confronti di quelle donne che più ricercano un ruolo autoritario e di presunta forza negli uomini, anche in questo caso per motivi che la psicologia ci spiega nella sua ampia letteratura.

Ho avuto modo di confrontarmi professionalmente con alcune donne, sia giovani che meno giovani provate da un rapporto di coppia maschio-centrico ed autorefenziale, le quali hanno sopportato ogni momento difficile fino alla decisione di lasciare il loro marito, compagno o partner che dir si voglia, dopo aver rasentato i confini dell’esaurimento nervoso o dopo aver preso coscienza di essersi completamente annullate nei bisogni dell’uomo che amavano.

Violenza verbale e botte contro gli oggetti, incessanti momenti di imposto parlare (mi devi ascoltare) nella pretesa di spiegazioni che potrebbero essere ridotte ad un semplice “non ti amo più”, ingerenze costanti in ogni luogo con l’imposta presenza da parte di quegli uomini abbandonati ora in cerca di riconquistare la propria posizione e non la donna che dicono di amare, fino a delle offese gravi, alle minacce poi seguite dal ricatto morale e, nei casi quasi patologici, dai finti suicidi con le Zigulì dicendo “amore mi sono impasticcato per te”.

Il quadro sopra esposto con un pizzico di sarcasmo è quello che nei casi più comuni accade all’interno di una coppia in fase di separazione, spesso agita proprio dalla scelta della donna di interrompere il rapporto ove anche in alcuni casi pur nel rapporto finito vi sono le code delle presenze fantasma che la donna si porta dietro a lungo.

Una donna che vive la fine di una relazione in modo conflittuale o costretta a subire l’intolleranza del cosiddetto ex, affronta dei momenti destabilizzanti sotto molti profili, dai quali prova a fuggire anche allacciando immaturamente un nuovo rapporto oppure prendendo letteralmente le distanze con un trasferimento lontano dall’abituale luogo di residenza.

I carabinieri e la polizia ricevono quotidianamente le denunce in questo senso, tra stalker incalliti ed ex che vomitano offese e minacce, specialmente ove vi era un matrimonio e la separazione conflittuale ha acceso anche lo scontro per i termini di visita dei figli minori.

La soluzione consiste nella prevenzione, perchè uomini di questo tipo sono sostanzialmente aperti nei loro indici di rischio, camuffano le loro debolezze con una immagine apparentemente interessante ma non sanno nascondere la loro vulnerabilità in tal senso, per cui una donna mediamente intelligente ne avverte in poco tempo i segnali e tutto si riduce ad una breve relazione, anche piacevole perchè non raggiunge ancora il periodo d’innesco del senso del possesso oggettuale da parte dell’uomo con questo profilo, seguito dalle dinamiche del controllo sopra descritte.

Una volta preda di questi meccanismi maschio-centrici è molto difficile uscirne con i soli strumenti del buon senso, del raziocinio e della intelligenza anche se siamo di fronte ad un ingegnere nucleare per capirci, perchè questo tipo di intolleranza non ha nulla in comune con l’intelligenza e le capacità individuali anzi, paradossalmente, rende più subdole le azioni di conflitto da parte dell’uomo in danno della ex.

Sono numerose le variabili dell’ingerente condizionamento nella vita di una donna che vive una relazione con un uomo del genere dalla quale desidera uscire, non tutte semplici da comprendere subito e da gestire nel tempo, perchè agiscono su delle leve emotive e psicologiche che proprio l’uomo controller è consapevole di saper usare ed ecco l’importanza del riuscire a chiedere aiuto a dei professionisti in materia di psicologia e pedagogia, senza sperare nella fuga verso una relazione terza come rifugio oppure di investire nell’ascolto da parte dell’ex.

La peggiore solitudine è quella che una donna prova quando è prigioniera all’interno di un rapporto di coppia soffocante e, per quanto sia capace di tollerare le sofferenze, non dovrebbe mai dimenticare di dirsi che non le merita.

Sara