
Molto spesso sono costretta a dover rispondere che non sono una psicologa perché il ruolo della pedagogista è confuso dal più usato termine di “psico-pedagogista” in forza del quale scade la conoscenza delle due professioni, certamente complementari fra loro ma molto diverse per competenze, per metodi e per risultati.
Contrariamente al diffuso pensiero comune la pedagogia, che esiste da oltre duemila anni, non è la scienza che si occupa solo dei bambini bensì dell’uomo per tutto il suo ciclo e fasi di vita, dalla nascita alla morte.
La pedagogista è quindi una professionista intellettuale superiore dell’area umana e sociale, dotata di competenze specifiche e con un percorso formativo caratterizzato dallo studio e dall’approfondimento delle discipline pedagogiche, psicologiche, sociologiche, umanistiche e filosofiche tali da renderla una risorsa ed un presidio per la risposta alla richiesta di sostegno e di confronto da parte della collettività in ogni sua fase cronologica ed in ogni settore sociale, esteso alle professioni ed alle aziende.
La pedagogista non è perciò relegata al solo aspetto educativo in ambito scolastico ma anche e soprattutto formativo nell’area extra-scolastica superando la sola interpretazione “educativa” per raggiungere il significato profondo della “formazione umana” offerta al bambino, all’adolescente, all’adulto, all’anziano, al portatore di handicap, alla coppia, alla famiglia, alla collettività ed alla società in un costante mutamento evolutivo relazionale e interculturale.
La pedagogia è quindi la scienza che studia la formazione umana intesa come il prendersi cura della persona per porla in condizione di affrontare le proprie difficoltà interne ed esterne nel rapporto con sè e con gli altri da sè, nelle relazioni individuali e sociali e per raggiungere un obiettivo con la concretizzazione degli strumenti metodologici della pedagogia, ben diversi dalle altre scienze che studiano l’uomo come la medicina o la psicologia per esempio.
La pedagogista infatti non cura, non eroga dei presidi sanitari, non somministra dei test per lo studio della personalità e soprattutto non esprime nessuna valutazione giudicante il comportamento o la personalità dei propri utenti.
Nel corso degli anni mi sono occupata di bambini molto piccoli, di portatori di handicap, di adulti, di famiglia e della tutela dei minori quando con mio marito Fabio, anch’egli educatore, abbiamo erogato le consulenze all’interno dei procedimenti e dei processi penali inerenti dei reati contro i minori.
Ho acquisito la formazione e l’esperienza necessaria per educare e formare la persona per tutto il suo ciclo di vita e nelle sue caratteristiche sociali e transculturali (individuo-famiglia-gruppo-comunità) nelle varie condizioni di disagio o di difficoltà che patisce per le quali necessita del sostegno educativo-formativo, anche tramite la mediazione dei conflitti ed il rinforzo delle risorse residuali.
il mio lavoro è praticato tramite la libera professione regolata nel nostro paese dalla Legge 4 del 2013 perché non esiste un albo dei pedagogisti.
Svolgo il lavoro di pedagogista e lo sono in ogni aspetto della mia giornata come madre di cinque figli, praticato prevalentemente on line e tramite i tradizionali sistemi di comunicazione.
Sara